Emblemi: Il dito medio
Ti sei mai domandato perché usiamo mostrare il dito medio quando vogliamo insultare qualcuno? Ne parliamo in questo articolo, iniziando a raccontare la storia della famosa nave USS Pueblo (AGER-2).
Cosa significa questa sigla?
La USS Pueblo è stata una nave della United States Navy, (l’ultima foto della nave risale al 2012), dapprima usata come cargo ausiliario leggero (light auxiliary cargo – AKL), poi dal 1967 per spionaggio elettronico.
Il 5 gennaio 1968 iniziò la sua prima missione come nave-spia diretta verso le coste coreane, per effettuare ricognizioni accurate sull’attività sovietica nell’area.
A bordo erano anche state installate due mitragliere ma vista da fuori sembrava un piccolo cargo disarmato.
Intercettata, tentò di fuggire dirigendosi a tutta velocità lontano dalle coste della Corea del Nord, ma l’inseguimento che durò circa due ore costrinse il Comandante Lloyd Bucher, a ordinare l’arresto immediato dei motori.
Catturata, la nave-spia venne condotta nel porto di Wonsan, mentre l’intero equipaggio fu internato in un campo di concentramento per prigionieri di guerra.
Ed è qui che per noi, è importante questa storia.
Il dito medio come “arma”
I prigionieri furono sottoposti a forti pressioni psicologiche, lasciati per mesi senza lavarsi e con gli stessi abiti.
Nessuno poteva parlare con gli altri, il portamento doveva esser sempre a testa bassa, molti furono picchiati e torturati.
Furono sottoposti a ore di propaganda e alla fine filmati e fotografati in “buone condizioni” durante momenti di “svago” e ben vestiti, sempre per propaganda politica.
Durante la prigionia qualcuno ebbe un’idea. Finalmente durante i cortometraggi potevano usare “un’arma” per screditare la propaganda della Corea. L’arma era un emblema, conosciuto anche da noi in Italia: L’uso del dito medio.
Le dita sono state fatte prima della forchetta, e le mani prima dei coltelli. - J. SWIFT Share on X
Diversi membri dell’equipaggio furono riluttanti, ma alla fine tutti accettarono, perché dimostrava il fatto che erano stati si catturati, ma mai arresi.
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L’emblema del dito medio
Vedi le foto dei membri dell’equipaggio con in mostra il dito medio
– clicca qui –
Il dito medio diventò parte integrante della loro campagna anti-propaganda.
Ogni volta che c’era una macchina fotografica o si girava un cortometraggio ecco che l’equipaggio mostrava il dito medio e nessuno dei Coreani se ne accorgeva.
Perché?
Perché un emblema è un significato analogico tipico di una determinata cultura, non ha un significato universale, e chi non è abituato a dare un particolare significato al gesto in questione, lo ritiene un gesto al pari di ogni altro, privo di significato.
Alcuni membri dell’equipaggio presero precauzioni, infatti temevano che prima o poi qualcuno si accorgesse di quel gesto ostentato in continuazione, cosi si misero d’accordo che ad eventuali domande, bisognava rispondere che: è un gesto tipico hawaiano di buona fortuna.
Gli emblemi
Gli “emblemi” sono azioni che vengono apprese in una specifica cultura in modo analogo al linguaggio e che valgono solo in quella società.
Oltre al dito medio ne esistono tantissimi altri, ad esempio, il gesto quasi universale dell’ok in America, in alcune parti dell’Asia è ritenuto offensivo.
Gli studiosi Jiang Xu Patrick J. Gannon Karen Emmorey e altri colleghi hanno scoperto, tramite la FMRI (una tecnica per la visualizzazione del cervello) che questi gesti sono elaborati nelle stesse aree cerebrali, temporali frontale e posteriori, dove vengono rappresentati i concetti linguistici.
Questo significa che gli emblemi subiscono gli stessi processi e le “disfunzioni” del linguaggio parlato: come appunto, i lapsus.
Paul Ekman, puntualizza che questi gesti sono messi in atto in modo intenzionale e voluto.
Però, quando non vogliamo manifestare i nostri atteggiamenti apertamente, possiamo tradirci eseguendo un emblema in modo inconsapevole, in questi casi il gesto viene prodotto in modo parziale e in una posizione diversa da quella solita (risulta così poco visibile).
La mano ha cinque dita e non ce n'è una uguale all'altra.” Share on X
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