La mano sulla spalla
Quante volte subiamo, o al contrario, siamo noi stessi a porre la mano sulla spalla di qualcuno?
Ci fermiamo mai a capire cosa significa tale gesto?
Chi ha già frequentato con me il corso sul linguaggio del corpo, conosce già il significato nascosto dietro questo gesto e le varie varianti che ne derivano.
Un articolo su un blog è un pò limitante per parlare di questo argomento, ma con l’aiuto di foto e video, cercherò di spiegarlo in modo semplice.
A quanti di voi (qualche anno fa) hanno visto in TV l’incontro tra Obama e Raul Castro, forse non è sfuggito un gesto abbastanza goffo tra i due.
Durante la fase finale del discorso Obama cerca di mettere la mano sulla spalla a Castro e questo glielo impedisce, alzandogli il braccio.
Chi non conosce il linguaggio del corpo non credo sia riuscito a capire bene l’accaduto, anche perché il tutto è avvenuto molto in fretta.
La scena che sono riuscito a vedere all’epoca, era troppo rara, dovevo per forza trovare un filmato perché sono occasioni che non si ripetono, e cosi la descrissi sul libro che stavo scrivendo, uscito poi l’anno successivo.
Mi sono messo alla ricerca su internet, di qualche foto e video di questo incontro e ho avuto la fortuna di imbattermi nel video qui sotto.
Obama prova a mettere la mano sulla spalla, ma fallisce!
Come si può notare il gesto di Obama di mettere la mano sulla spalla di Raul Castro viene impedito da Castro stesso.
Perché?
Perché chi si occupa di politica sa bene che mettere la mano sulla spalla è un segnale di dominio molto potente, chi la subisce dimostra di essere il suddito, colui che vuole essere protetto e dominato, evidentemente la cosa non è gradita a Castro.
E’ un gesto che molti altri presidenti americani prima di Obama hanno sempre fatto davanti alle telecamere di tutto il mondo.
Quando diamo la mano, sappiamo che la stretta deve essere paritaria, cioè tutti e due dobbiamo essere sullo stesso piano per non risultare né dominanti né sottomessi. Ogni volta che il palmo è rivolto verso il basso, vuol dire che chi sta portando la stretta di mano in quel modo, vuole dominare la conversazione.
Possiamo però notare delle varianti, ad esempio possiamo stringere con tutte e due le nostre mani, la mano dell’altra persona. Questo è un gesto di affetto, di empatia, di esser felici dell’incontro che facciamo. Un gesto tipico se vogliamo, di alcuni sacerdoti.
Più la nostra mano sale sull’avambraccio più è alta l’empatia e la felicità che vogliamo dimostrare al nostro interlocutore. La mano, come possiamo vedere nella foto sotto, se fosse poggiata ancora più su, cioè sopra il gomito, dimostrerebbe ancora più empatia e felicità, anche perché entreremmo maggiormente nella cosiddetta zona intima del nostra interlocutore.
Fin quanto può salire il braccio? C’è un limite?
Ovviamente a tutto questo c’è un limite, infatti se la nostra mano continua a salire e si poggia sulla spalla del nostro interlocutore, allora noteremo che il nostro palmo è rivolto verso il basso, tipico gesto di dominanza. In questo caso non si dimostra più empatia, ma voglia di dominare la conversazione.
I migliori corsi in Linguaggio del corpo e micro-espressioni facciali li trovi solo presso FormaeMentis group.
Specialisti in linguaggio del corpo e PNL – Clicca qui –
Cosa altro dire sulla stretta di mano?
Attenzione come sempre al contesto in cui la stretta di mano avviene, perché è un gesto con valenze per lo più di saluto ma che può essere utilizzato anche per indicare ringraziamento, accordo, congratulazioni. – cit. Wikipedia
Perché abbiamo l’usanza della stretta di mano?
L’usanza è antica, inizialmente più che la mano si stringeva l’avambraccio per “sentire” se l’altro non avesse addosso armi bianche nascoste nella manica, poi nel corso dei secoli il saluto si è modificato in quello che conosciamo oggi.
Seguimi sul canale Telegram, riceverai una notifica sul telefono ogni volta che esce un articolo,
un podcast o un aggiornamento importante sulle mie attività – clicca qui –
Foto in evidenza di Komang Gita Krishna Murti su Unsplash