Un po’ di chiarezza sui corsi di Linguaggio del Corpo
Il linguaggio del corpo è una materia affascinante, permette di scoprire i lati più nascosti della personalità dell’interlocutore che abbiamo davanti ed è utile per fornisci feedback in tempo reale per migliorare le nostre relazioni interpersonali, ma soprattutto ci permette di scoprire quando, una persona ci sta dicendo una bugia o una verità.
Di recente, l’interesse verso questo affascinante mondo della comunicazione non verbale è andato via via crescendo, grazie soprattutto ad alcune serie televisive sull’argomento, ma cosi come è cresciuto interesse, è cresciuta anche molta ignoranza.
Alcuni si sono improvvisati esperti, e cavalcando l’onda di questo successo hanno iniziato a fare corsi di formazione su questo tema, creando ancora più confusione sull’argomento.
Altri hanno scritto libri facendo un copia/incolla di tutto quello che c’era sull’argomento, anche in modo abbastanza superficiale, e chi ha acquistato tali libri, si è trovato tra le mani pagine e pagine di gesti, con schede allegate che descrivevano il significato di ogni singolo gesto.
Non c’è da stupirsi se la confusione e la diffidenza, oggi prevaricano, quando dobbiamo parlare di linguaggio del corpo.
Iniziamo con il fare un pò di ordine.
La prima cosa che mi preme scrivere è: Ogni singolo gesto, NON significa assolutamente NULLA.
Ricerche in merito hanno ormai stabilito che un prurito crescente sia legato ad un disagio, ma questo non significa che si sta mentendo. Significa solo che siamo in presenza di una tensione emotiva.
Tale tensione può sottendere un imbarazzo, per dirne una, o addirittura paura.
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Facciamo un esempio pratico
Se come me, ti rechi spesso in qualche università, noterai che molti studenti quando sono sotto esame, tendono a grattarsi o pizzicarsi spesso il viso, vuoi per timidezza, paura o tensione generale.
Se tali pruriti venissero interpretati come menzogna, pensa che confusione si creerà nella testa del povero professore.
Oppure, quante volte abbiamo sentito la frase: “se il mio interlocutore ha le braccia incrociate, vuol dire che è diffidente nei miei confronti”.
Anche in questo caso, per molte persone, vale l’osservazione: rilevato un gesto, attribuito un significato.
- forse sente freddo?
- forse sta coprendo una macchia sulla camicia?
- forse è comodo in quella posizione?
Tutto questo per capire che lo stesso gesto può significare qualcosa in una situazione, ma in un’altra circostanza, anche se apparentemente simile, può significare addirittura il contrario.
Le variabili sono tante
Sono molte le variabili da tenere in considerazione e nel mio prossimo libro (piccola anticipazione, spero sia disponibile entro il prossimo anno) cercherò di essere il più chiaro possibile, per riuscire a far muovere con disinvoltura chiunque, all’interno dell’affascinante mondo della comunicazione non verbale.
Perché?
Sento già le solite domande che mi vengono rivolte:
- Esistono lauree specifiche sul tema?
- Come faccio a sapere se quel particolare docente è preparato?
- Una laurea in psicologia è adeguata?
Un po’ di chiarezza sui corsi di Linguaggio del Corpo
Partiamo dall’ultimo punto, la laurea.
Partiamo dall’analisi di un viso.
Per riuscire ad interpretare un’emozione nel viso del nostro interlocutore, con una semplice laurea in psicologia non ci faremo nulla, perché comunque, non ci dice dove andare a guardare, né cosa andare a cercare all’interno del viso.
Fortunatamente sono lontanissimi i tempi di Cesare Lombroso, un medico e antropologo del secolo scorso che elaborò la teoria del criminale per nascita, secondo cui l’inclinazione al crimine era una patologia ereditaria e l’unico approccio utile nei confronti del criminale era quello clinico-terapeutico.
Solo verso la fine della sua vita Lombroso prese in considerazione anche i fattori ambientali, educativi e sociali come concorrenti a quelli fisici nella determinazione del comportamento criminale.
Oggi le sue teorie sono destituite di ogni fondamento, infatti la scienza è riuscita a dimostrare che sia l’ambiente, sia i geni, influiscono sull’aspetto fisico, ma che quest’ultimo non può da solo influire sul comportamento, il quale è determinato soprattutto dalle esperienze cognitive e soggettive dell’individuo.
Quindi non basandoci sulla morfologia, quali strumenti abbiamo a nostra disposizione per interpretare un’emozione o un comportamento?
La prima risposta a questa domanda la fornisce il FACS (facial action coding system), è il metodo più completo di misurazione e descrizione dei comportamenti facciali.
Bisogna anche saper riconoscere quelle che vengono definite micro-espressioni, espressioni emozionali del volto che hanno una brevissima durata, ovvero un quarto di secondo.
Per allenarsi a riconoscere questi rapidi movimenti esistono vari sistemi che rilasciano opportune certificazioni (METT, SETT, SUBX, MIX, ecc).
Se vuoi conoscere l’argomento, ti aspetto al mio prossimo corso Linguaggio del corpo e micro-espressioni facciali
chiama gratis il numero verde 800 032 882 oppure scrivi a info@formaementis.net
Avrò il piacere di seguirti di persona durante tutto il percorso della durata di 2 giorni (full immersion), per questo ho scelto il numero chiuso, massimo 10 persone.
La rifrequenza è sempre gratuita – Attestato finale
Per approfondimenti
Linguaggio del corpo: Prova a mentirmi
Prova a Mentirmi
Imparare il linguaggio del corpo per capire gli altri
Autori: Fabio Pandiscia – Antonio Meridda
- Pagine 222
- Formato: 15,5×23
- Anno: 2011
Linguaggio del corpo: Comunicare bene
Comunicare Bene – La Comunicazione come Forma Mentis
- Pagine 252
- Formato: 15×21
- Anno: 2009