Il linguaggio del corpo
Cosa è il linguaggio del corpo
Il linguaggio del corpo è una forma di comunicazione non verbale che comprende gesti, espressioni facciali, postura e movimenti del corpo. È un potente strumento che possiamo utilizzare per trasmettere informazioni e influenzare gli altri.
Dopo anni di esperienza, possiamo assicurarti che la comunicazione non verbale può essere applicata in ambito aziendale e nel settore delle risorse umane, anche perché la comunicazione non verbale, può aiutare a sembrare più convincenti agli occhi dei selezionatori.
Quando le persone dichiarano il falso o omettono informazioni importanti, la comunicazione non verbale può venire in aiuto svelando le informazioni nascoste e le emozioni autentiche, e serve anche a controllare le emozioni attraverso i gesti e la postura, non solo, se parliamo in ambito aziendale, possiamo notare che le aziende sono fatte di persone e tra le persone e i reparti è facile far nascere conflitti.
La comunicazione non verbale può aiutare a capire le reali intenzioni delle parti nel conflitto, per scioglierlo.
Per non parlare poi dell’importanza del linguaggio del corpo in ambito clinico.
La relazione tra operatore sanitario e paziente può migliorare attraverso un uso sapiente della comunicazione non verbale.
Questo vale per ogni professione sanitaria (ad es., medico, psicologo, infermieri).
Per quanto riguarda il settore psicologico, soprattutto in prima seduta, i pazienti possono avere dei conflitti che non riconoscono.
A volte tali conflitti sono inconsci, o delle resistenze che non permettono un setting ottimale del processo. Decodificare questi ostacoli significa aiutare a capire immediatamente la persona e il suo disagio.
Approfondimento
Dal nostro podcast: EP 31 Piccola guida al non verbale
Microespressioni facciali
Le microespressioni facciali sono espressioni facciali molto brevi che si verificano involontariamente. Sono spesso associate a emozioni negative, come la rabbia, la paura o la tristezza, sono difficili da controllare, perché sono innescate da segnali del cervello che si verificano inconsciamente. Questo le rende un potente strumento per capire cosa sta realmente provando qualcuno, anche se sta cercando di nasconderlo.
Il riconoscimento delle microespressioni facciali è un campo di studio che si basa sull’osservazione e l’interpretazione delle espressioni facciali molto rapide e sottili che possono rivelare emozioni autentiche. Ci sono diversi software e strumenti disponibili che possono aiutare nel riconoscimento delle microespressioni facciali, alcuni li trovi anche nel mio sito aziendale a questo link.
Le microespressioni possono essere utilizzate in una varietà di contesti, tra cui:
- Relazioni interpersonali: possono aiutarci a capire meglio i nostri amici, familiari e partner.
- Comunicazione professionale: possono aiutarci a costruire relazioni più forti con i colleghi e i clienti.
- Psicologia: possono essere utilizzate per diagnosticare disturbi mentali e per comprendere meglio il comportamento umano.
Come riconoscere le microespressioni
Le microespressioni possono essere difficili da riconoscere, ma esistono software come quelli citati prima che aiutano moltissimo, poi ci sono alcuni trucchi che possono aiutarti:
- Guarda l’intero volto: non concentrarti solo su una singola parte del viso, ma osserva l’intero volto per ottenere un quadro più completo.
- Guarda le espressioni facciali in movimento: le microespressioni possono essere difficili da vedere se guardi solo un’immagine fissa.
- Pratica: più osservi le microespressioni, più diventerai bravo a riconoscerle.
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Ecco 4 esempi di microespressioni basate su emozioni universali
La rabbia
- Rabbia: le microespressioni della rabbia includono la contrazione delle sopracciglia, la compressione delle labbra e la tensione dei muscoli facciali. La microespressione per essere genuina, deve durare al massimo 4 o 5 secondi. Se dura meno di 4 secondi probabilmente è finta, se dura troppo, probabilmente o è finta, o si trasforma in uno stato d’animo, del tipo: ira, cupezza d’animo, nervosismo.
La rabbia è un’emozione naturale che tutti provano a volte. È una risposta fisiologica e psicologica a una situazione percepita come minacciosa o ingiusta.
La rabbia può essere causata da una varietà di fattori, tra cui:
-
Fattori interni: come sentirsi frustrati, feriti o traditi.
-
Fattori esterni: come essere maltrattati, aggrediti o insultati.
La rabbia può essere espressa in una varietà di modi, sia positivi che negativi. I modi positivi di esprimere la rabbia includono:
- Parlare dei propri sentimenti: in modo onesto e assertivo.
- Esercitare: in modo sano e controllato.
- Praticare tecniche di rilassamento: come la respirazione profonda o la meditazione.
I modi negativi di esprimere la rabbia includono:
- Aggressività verbale: come urlare, insultare o minacciare.
- Aggressività fisica: come colpire, calciare o danneggiare la proprietà.
- Passività aggressiva: come fare il silenzio, fare i capricci o sabotare.
La rabbia può essere una emozione potente che può avere un impatto significativo sulla nostra vita.
Se la rabbia è difficile da gestire, è importante chiedere aiuto a un terapista o a un consulente.
Ecco alcuni suggerimenti per gestire la rabbia in modo sano:
- Identifica le tue trigger: cosa ti fa arrabbiare? Una volta che sai quali sono i tuoi trigger, puoi iniziare a evitarli o a sviluppare strategie per affrontarli.
- Praticare la respirazione profonda: la respirazione profonda può aiutarti a calmare il tuo corpo e la tua mente quando ti senti arrabbiato.
- Fai una pausa: se ti senti sopraffatto dalla rabbia, fai una pausa e allontanati dalla situazione.
- Parla con qualcuno di cui ti fidi: parlare dei tuoi sentimenti può aiutarti a sentirti meglio e a trovare modi sani per esprimere la tua rabbia.
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La Paura
Paura: le microespressioni della paura includono l’innalzamento delle sopracciglia, l’allargamento delle pupille e la dilatazione delle narici. La microespressione per essere genuina, deve durare al massimo 4 o 5 secondi. Se dura meno di 4 secondi probabilmente è finta, se dura troppo, probabilmente o è finta, o si trasforma in uno stato d’animo, del tipo: terrore, fobia, ecc.
La paura, (codice FACS AU1+2+4+5+16+20) svolge un’importante funzione.
La paura è un’emozione primaria, presente da sempre sia nel genere umano che nel regno animale. Come tutte le emozioni ha una funzione adattiva, protegge infatti l’individuo da un pericolo o da una minaccia (reale o immaginaria) ed è preziosissima sin dai primi anni di vita.
Assolve a fondamentali funzioni evolutive e senza tale meccanismo metteremmo continuamente a rischio la nostra incolumità. Ecco perché non ha senso eliminarla ed è più vantaggioso invece cercare di viverla in maniera appropriata.
Consigli per sconfiggere la paura
Ecco alcune tecniche utili per lavorarci in autonomia:
- Ridurre le condotte di evitamento e allenarsi ad affrontare le situazioni temute a piccole dosi, prima programmando esposizioni a stimoli che generano meno paura, poi a quelle man mano più spaventose. Si può anche pensare di cominciare dalla sola esposizione a un’immagine dello stimolo fobico (come un ago o un ragno).
- Immaginare lo scenario peggiore, in modo da prepararsi al peggio, per poi osservare come la realtà è meno dura di come la si era immaginata.
- Non giudicarsi troppo severamente per le proprie paure. Avere paura è umano. Non è utile riempire la mente di giudizi inutili.
- Chiedere aiuto, condividere le proprie paure con le persone fidate. Provare a tutti i costi a parlare della propria paura.
- Uno psicoterapeuta è consigliato quando la paura limita alcuni aspetti della nostra vita.
In psicoterapia, la tecnica per il trattamento delle fobie è l’esposizione graduale agli stimoli temuti. Paziente e terapeuta programmano insieme una serie di passi che prevedono un progressivo avvicinamento allo stimolo fobico, fino ad arrivare al contatto diretto con l’oggetto o la situazione temuta. Queste esperienze hanno come scopo quello di generare la sostituzione delle idee irrazionali rispetto allo stimolo.
Errori da evitare
- provare a controllare la paura
- parlarne troppo
- provare ad evitare la paura
- chiedere costantemente aiuto a chiunque
Approfondimento
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La tristezza
Tristezza: le microespressioni della tristezza includono la piegatura delle labbra verso il basso e la contrazione dei muscoli intorno agli occhi. La microespressione per essere genuina, deve durare al massimo 4 o 5 secondi. Se dura meno di 4 secondi probabilmente è finta, se dura troppo, probabilmente o è finta, o si trasforma in uno stato d’animo, ad esempio: depressione.
Tutte le emozioni che proviamo sono importanti, anche la tristezza: sono state e sono tutt’oggi fondamentali per l’evoluzione della nostra specie, svolgendo funzioni indispensabili per la nostra sopravvivenza e qualità di vita.
Ad esempio, ci forniscono informazioni relative a situazioni che potrebbero essere pericolose o dannose; sono strumenti utili per valutare le situazioni; possono agire come segnali per capire ciò di cui abbiamo bisogno, che ci piace o che desideriamo; possono suggerirci se avvicinarci o allontanarci da una certa situazione; oppure fornirci informazioni su come stiamo e sull’energia che abbiamo.
Sono, quindi, mezzi fondamentali per prendere decisioni ed effettuare scelte, consentendoci di organizzare il nostro comportamento in maniera coerente con quello che vogliamo.
La tristezza (codice facs AU 1+4+6+7+11+15+17+43) è stata fondamentale per l’evoluzione della nostra specie, infatti può esser considerata un segnale che il nostro sistema di attaccamento si è attivato. Il sistema di attaccamento ci consente di segnalare alle persone a noi vicine affettivamente, il bisogno che abbiamo della loro presenza in momenti di difficoltà, il bisogno del loro sostegno, aiuto o conforto.
A volte tramite il pianto, forte indicatore di tristezza intensa, esprimiamo agli altri ciò che proviamo, segnalando questo bisogno di vicinanza e aiuto, non solo, essa si manifesta anche quando si sente una mancanza o un sentimento di privazione, come il dolore per la scomparsa di una persona cara, il dolore di perdere un oggetto che ha un forte valore emotivo, la malinconia a seguito di una rottura … l’elenco è ovviamente lungi dall’essere esaustivo.
Differenze tra paura e tristezza
La paura è emozione dominata dall’istinto che ha come obiettivo la sopravvivenza del soggetto ad una situazione pericolosa; la tristezza, si origina a seguito di una perdita o da uno scopo non raggiunto. Le unità d’azione del FACS sono queste:
Tristezza: AU 1+4+6+7+11+15+17+43
Paura : AU 1+2+4+5+16+20
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La Sorpresa
L’emozione della sorpresa ha la codifica facs AU1+2+5+25+26 la sua durata è meno di 1 secondo.
Questa emozione è innata ed è stata rilevata molto precocemente nei neonati; insorge quando interviene un evento o stimolo inaspettato o che contraddice le nostre convinzioni.
Qualunque stimolo può generare sorpresa e può interessare tutti i sensi, essa può quindi nascere in relazione a qualcosa che si è visto, udito, odorato, assaporato, toccato o percepito…
Tra le caratteristiche della sorpresa c’è il fatto che è l’emozione più breve e che subito dopo si trasforma in un’altra emozione.
Se abbiamo il tempo di pensare a ciò che sta accadendo, allora non siamo più sorpresi. Appena abbiamo il tempo di valutare l’evento, proviamo infatti un’altra emozione.
L’elaborazione dello stimolo o dell’evento che ha scatenato la sorpresa può subito dopo trasformarsi ad esempio in:
- gioia se questo viene ritenuto piacevole,
- rabbia se percepito come aggressivo,
- disgusto se sgradevole,
- paura se minaccioso
Riconoscere la sorpresa
Come tutte le emozioni fondamentali, la sorpresa attiva una reazione fisica e una mimica facciale ben definite e codificate con Au del facs in: AU1+2+5+25+26
L’espressione di sorpresa coinvolge tutte le parti del viso: le sopracciglia sono rialzate e incurvate, a volte con comparsa di rughe orizzontali sulla fronte, gli occhi sono sgranati e la mascella inferiore è rilasciata con conseguente apertura della bocca (“rimanere a bocca aperta”).
Poiché l’esperienza della sorpresa è un’emozione molto breve, ed essendo seguita subito da un’altra emozione il volto mostra però spesso una miscela o un susseguirsi di emozioni.
FACS
Il FACS, acronimo di Facial Action Coding System, è un sistema di codifica delle espressioni facciali che identifica 64 unità di azione (AU) che possono essere combinate per creare un’ampia gamma di espressioni.
Quando prima ho descritto alcune emozioni, come la paura e la tristezza, avrai notato dei numeri. Ecco, detta in modo semplice, il FACS si serve di quei numeri per decodificare correttamente l’emozione che andiamo a notare in un volto.
Il FACS, o Facial Action Coding System, è un sistema di codifica delle azioni facciali sviluppato da Paul Ekman e Wallace V. Friesen negli anni ’70. Questo sistema è progettato per identificare, codificare e classificare le espressioni facciali in base ai movimenti muscolari del viso. Il FACS fornisce uno strumento standardizzato per analizzare il comportamento facciale, inclusi i segni delle cosiddette “microespressioni” che sono espressioni facciali molto brevi e sottili che possono rivelare emozioni autentiche.
Ecco alcuni punti chiave relativi al FACS:
- Azioni Facciali Elementari: Il FACS identifica azioni facciali elementari, chiamate Unità d’Azione Facciale (AU, dall’inglese “Action Unit”), che rappresentano movimenti specifici di singoli muscoli o gruppi muscolari del viso. Ad esempio, l’azione di sollevare le sopracciglia è codificata come AU1.
- Codifica Numerica: Ogni AU è assegnata a un numero per identificarla univocamente. L’utilizzo di numeri facilita l’analisi oggettiva e la comunicazione tra i ricercatori.
- Combinazioni di Azioni Facciali: Le espressioni facciali complesse sono spesso il risultato di combinazioni di diverse Unità d’Azione Facciale. La codifica di queste combinazioni consente di analizzare le espressioni facciali in modo dettagliato.
- Analisi Obiettiva: Il FACS si basa su una metodologia obiettiva, eliminando la necessità di interpretazioni soggettive. Questo rende il sistema utile per la ricerca scientifica nel campo della psicologia e delle scienze comportamentali.
- Applicazioni: Il FACS è stato ampiamente utilizzato in vari campi, tra cui la psicologia, la criminologia, la medicina forense e l’animazione digitale. In psicologia, ad esempio, è stato utilizzato per studiare le espressioni facciali in relazione alle emozioni e per comprendere meglio il linguaggio non verbale.
In sintesi, il Facial Action Coding System (FACS) è uno strumento chiave utilizzato per analizzare in modo dettagliato le espressioni facciali, consentendo una comprensione più approfondita del linguaggio non verbale e delle emozioni umane.
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La Postura
La postura è la posizione del corpo nello spazio. Può essere utilizzata per trasmettere una varietà di informazioni, tra cui il livello di interesse, l’autostima e l’apertura.
La postura nel linguaggio del corpo ha un ruolo cruciale, soprattutto nel modo in cui le persone trasmettono emozioni, stati d’animo e intenzioni. Ecco alcune informazioni sulla postura correlata al linguaggio del corpo:
1. Espressione delle Emozioni:
- Postura Aperta vs. Chiusa: Una postura aperta, con braccia distese e posizione eretta, può indicare sicurezza e apertura. Al contrario, una postura chiusa, con braccia incrociate e corpo ritirato, può suggerire difesa o resistenza.
- Gesti Facciali e Corpo: Movimenti facciali e gesti del corpo, come il sorriso, l’increspatura della fronte o la posizione delle mani, contribuiscono a esprimere emozioni specifiche.
2. Potere e Autorità:
- Postura Eretta: Una postura eretta e sicura può comunicare fiducia e senso di potere.
- Inclinazione del Corpo: Inclinare il corpo leggermente verso una persona può indicare interesse, rispetto o accordo.
3. Conforto e Disagio:
- Autocontatto: Toccare sé stessi, come ad esempio accarezzarsi il braccio o toccarsi il viso, può indicare ansia o disagio.
- Orientamento del Corpo: L’orientamento del corpo verso o lontano da qualcuno può riflettere il livello di comfort o disagio in una situazione.
4. Intenzioni e Interesse:
- Occhi e Contatto Visivo: Il contatto visivo può indicare interesse, fiducia o sincerità. L’evitare lo sguardo può suggerire insicurezza o disonestà.
- Direzione del Corpo: La direzione in cui una persona orienta il proprio corpo può suggerire a chi è rivolta la sua attenzione.
5. Comunicazione in Gruppo:
- Spazio Personale: La gestione dello spazio personale è parte integrante della comunicazione non verbale. L’avvicinarsi troppo o allontanarsi può influenzare la percezione della relazione e delle intenzioni.
6. Congruenza della Comunicazione:
- Congruenza tra Parola e Linguaggio del Corpo: È importante notare la congruenza tra ciò che una persona dice verbalmente e il linguaggio del corpo. Incoerenze possono indicare incongruenza o disonestà.
La postura e il linguaggio del corpo sono elementi fondamentali della comunicazione non verbale che forniscono informazioni significative sulle emozioni, sulle intenzioni e sulla relazione tra le persone. La consapevolezza di questi segnali può contribuire a migliorare la comunicazione e la comprensione reciproca.
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Gesti
I gesti sono movimenti delle mani, delle braccia o del corpo che possono essere utilizzati per accompagnare la comunicazione verbale o per trasmettere informazioni in modo indipendente.
Il significato dei gesti può variare a seconda del contesto, ad esempio, un gesto può avere un significato diverso in una conversazione informale rispetto a una conversazione formale. Inoltre, il significato dei gesti può variare da cultura a cultura.
In generale, i gesti possono essere utilizzati per esprimere le seguenti emozioni:
- Gioia. Ad esempio, una persona potrebbe sorridere o spalancare le braccia per esprimere gioia.
- Tristezza. Ad esempio, una persona potrebbe abbassare lo sguardo o incrociare le braccia per esprimere tristezza.
- Rabbia. Ad esempio, una persona potrebbe stringere i pugni o alzare la voce per esprimere rabbia.
- Paura. Ad esempio, una persona potrebbe indietreggiare o tremare per esprimere paura.
- Disgusto. Ad esempio, una persona potrebbe accigliarsi o storcere il naso per esprimere disgusto.
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Episodio 36 – La comunicazione non verbale
I gesti possono anche essere utilizzati per esprimere stati d’animo, intenzioni e opinioni.
Ad esempio:
- Attenzione. Ad esempio, una persona potrebbe inclinare la testa per mostrare attenzione.
- Confidenza. Ad esempio, una persona potrebbe mantenere una postura aperta e rilassata per mostrare fiducia.
- Apertura. Ad esempio, una persona potrebbe mostrare le mani aperte per mostrare apertura.
- Chiusura. Ad esempio, una persona potrebbe incrociare le braccia per mostrare chiusura.
Come interpretare il linguaggio del corpo
L’interpretazione del linguaggio del corpo può essere una sfida, poiché le stesse espressioni facciali o gesti possono avere significati diversi a seconda del contesto. Tuttavia, ci sono alcuni principi generali che possono essere utili.
- Considerare il contesto: è importante considerare il contesto in cui si verificano le espressioni facciali o i gesti. Ad esempio, un sorriso può significare felicità o nervosismo a seconda della situazione.
- Osservare l’intero corpo: non concentrarsi solo su una singola parte del corpo, ma osservare l’intero corpo per ottenere un quadro più completo. Ad esempio, una persona che sta guardando in basso e toccando il naso potrebbe essere nervosa o imbarazzata.
- Fare attenzione alle incongruenze: se le espressioni facciali o i gesti non corrispondono alle parole che vengono pronunciate, è possibile che la persona stia mentendo o nascondendo qualcosa.
Applicazioni del linguaggio del corpo
Il linguaggio del corpo può essere applicato in una varietà di contesti, tra cui:
- Relazioni interpersonali: il linguaggio del corpo può aiutarci a comprendere meglio le persone che ci circondano e a costruire relazioni più forti.
- Comunicazione professionale: il linguaggio del corpo può aiutarci a creare un’impressione positiva in ambito professionale e a migliorare le nostre capacità di negoziazione.
- Psicologia: il linguaggio del corpo può essere utilizzato per diagnosticare disturbi mentali e per comprendere meglio il comportamento umano.
Il linguaggio del corpo è un potente strumento che può aiutarci a comprendere meglio gli altri e a comunicare in modo più efficace. Imparando a interpretare il linguaggio del corpo, possiamo migliorare le nostre relazioni interpersonali, la nostra comunicazione professionale e la nostra comprensione del comportamento umano.
Alcuni consigli per migliorare la tua capacità di interpretare il linguaggio del corpo:
- Praticare l’osservazione: più osservi le persone, più diventerai bravo a riconoscere i segnali del linguaggio del corpo.
- Informarti: leggi libri e articoli sul linguaggio del corpo e guarda video di esperti che spiegano come interpretare le diverse espressioni facciali e gesti.
- Fai pratica: prova a interpretare il linguaggio del corpo delle persone che incontri nella tua vita quotidiana.
Con un po’ di pratica, sarai in grado di leggere le persone come un libro aperto.
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Approfondimento
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